lunedì 4 giugno 2007

Scende la pioggia...

"...ma che fa?" Diceva una vecchia canzone.
Dibattito quantomai attuale: ma perché 2 gocce di pioggia paralizzano il traffico di Roma? Ok, non sono state sempre 2 gocce quelle degli ultimi giorni, però la cosa non è chiara lo stesso: cosa ha la pioggia che non va?

La pioggia di città è acida; vero.
Corrode i monumenti; vero. Quanti nasi mozzi di marmorei eroi si vedono al centro? I turisti penseranno a noi come a una città di vandali (e in un certo senso è vero: le piogge acide sono opera nostra).
Non è nemmeno troppo salutare per le piante: una sorsata e, se in un'altra vita non hanno ammazzato nessuno, Iddio glorioso concede loro di appassire in fretta. Di nuovo vero.
Ma percaso corrode anche le caviglie? Fa appassire i capelli? Inacidisce gli animi? ...Si, questo si... Ma la giustificazione al blocco del traffico dove sta?

Quando ero ragazzina e sentivo alla tv che la pioggia aveva bloccato il traffico, immaginavo Trinità dei Monti diventare improvvisamente una cascata di melma; i poveri turisti sorpresi dall'uragano spazzati via e trascinati fin dentro il Tevere; le strade che normalmente percorrevo per andare a scuola allagate, sommerse, cancellate dall'alluvione.
...Sta di fatto che l'unica cosa che poteva venirne di buono da tutto questo, ossia saltare le lezioni per una giorno, non accadeva mai: con gli stivali da pioggia e l'ombrellino trasparente coi disegnini, andavo per mano alla mia mamma alla fermata del 38barrato; l'autobus (molto lentamente, abbastanza da farmi tardare per il cazziatone della maestra) raggiungeva viale Regina Margherita e io arrivavo incolume alle Orsoline di via Nomentana...
E l'uragano che fine aveva fatto? Speravo sempre di non trovarla lì quando arrivavo; speravo un giorno che quell'acqua disastrosa diventasse un oceano, la scuola si sollevasse dalle fondamenta e al telegiornale avrebbero parlato di una nuova scuola elementare delle Orsoline in Uganda o nel Botswana (citazione per i miei avversari a Trivial)...
Ma no! Mai che mancasse all'appuntamento, lì stava!
E allora che sarà stata mai 'sta pioggia se non spazzava via nemmeno una povera scuola indifesa?!

Col tempo ho iniziato a capire che qualcosa non funzionava. L'equazione "pioggia=traffico nel caos" era accettata da tutti come un corollario, come una irrimediabile piaga dell'umanità. "Piove, porca miseria" "Eh si, ci sarà un casino per le strade". E in effetti c'era ma continuavo, cogitando sul sedile dell'autobus, a non capirne il perché.

No, non mi mandate commenti di lunghe e pazienti spiegazioni, ormai ci sono arrivata.
Il problema della pioggia è intrinseco alla sua natura, è che è bagnata... e la gente ha il terrore di bagnarsi!
Povera acqua maledetta e derisa! Innocente, pura (si fa per dire) pioggia fresca, musa dei poeti e vita dei campi!

Deh, romani, non temete! Io son qui per rinfrancar i vostri spiriti.
Rivolgo a voi un accorato appello, cari concittadini!
Le piogge innaffiano gli alluci sporgenti dalle femminee calzature, aggrovigliano i faticosamente lisciati crespi capelli (no no, non mi è venuto in mente perché ci combatto anche io...), rimandano i pic-nic, inumidiscono gli orli dei calzoni MA, cari tutti, non fracicano i cervelli! Non è quello il vostro problema!
Se avrete con voi un utilissimo parapioggia, potete girare in tutta libertà per la città usando i mezzi pubblici: perché tirare fuori dal garage la vostra quinta auto e gettarvi nelle mischia dei pecoroni in fila sulla tangenziale?
Magari, oh voi gentili autisti che ululate i mortacci di colui che segue la fila senza svicolare "tagliando così la strada" al vostro sorpasso azzardato, crederete che uscire di casa su 4 ruote migliori la vostra giornata. Invece quanti e quanti chilometri di fila e minuti di ritardo accumulate, insieme ai litri d'acido dei succhi gastrici?
Se non siete di marmo, romani cari, non avrete danni permanenti dalla pioggia di Roma.

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