giovedì 31 maggio 2007

La lista del divano

Mi capita spesso, molto spesso, di sparire dalla circolazione. Non è mica una decisione presa a tavolino, del tipo che mentre stringi la mano a qualcuno e dici "arrivederci eh? fatti sentire presto" pensi "o anche mai", e sostituisci il nome sul cellulare con "NON RISPONDERE".
No no.
...Non sempre quantomeno.

Davvero. La quotidianità mi trascina. Non che mi lamenti del trantran giornaliero: mi piace fare la mogliettina e lavorare mi serve, guai se non ci fosse.
Però succede che arriva sera e mentre sto sul divano (un po' sfinita e un po' insonnolita) penso che non sento Tizio da tempo e di Caio ho perso le tracce, e mi piange il cuore.

Ieri ho sentito uno di questi amici, uno dei Tizi non dei Caii, nel senso che so dove rintracciarlo ma che stava nella "lista serale del divano" da tempo senza la casella di spunta segnata. E ieri l'ho spuntata.

Io detesto quelli che spariscono esattamente come me e poi, che sia io a chiamare o loro, dicono: "Certo che sei proprio una bella amica! Non ti sei fatta più sentire!".
...Nessuno con un briciolo di buon senso, ma soprattutto con una vita privata qualunque, cazzia il prossimo su questo argomento: cos'è, hai la colf che ti sistema casa mentre ti gratti i gioielli di famiglia sul sofà? Lavori nei ritagli di tempo libero? Ordini pizze le sere pari e cinese quelle dispari? Non dormi? Non caghi? Non ti lavi? (sul lavarsi magari ci sarebbe da pubblicare un post a parte)
O magari stai talmente sulle palle al prossimo al punto da ritrovarti a tu per tu con la televisione tutte le sere, unico focolare domestico ad attenderti?

L'amico carissimo che ho sentito ieri non è da annoverare nella categoria succitata: anzi, si è scusato per essere sparito e facevamo a gara al telefono a chi si scusava di più. Nessuna pippa mentale sul perché non ho più scritto/chiamato/messaggiato ecc... Nessuna giustificazione da inventare sul lungo periodo di latitanza ("Avevo un herpes contagiosissimo").
Non c'è dubbio: è tra quelli che sento più volentieri, anche se purtroppo di rado.

Mi infastidisce sentirmi dire dall'altro capo del telefono o leggere per e-mail quanto sono stronza per non aver anticipato la tua chiamata: ma che mi chiami a fare se poi dopo che ti ho risposto ti rode pure il chiccherone? Lascia che ti chiami io, tra un anno o anche 10, e prenditi il gusto di sentirti coccolato, pensato, amato... ma non ammorbarmi!!!!

Nella lista del divano ho un sacco di nomi: alcuni spero di spuntarli presto.

mercoledì 30 maggio 2007

Letture serali

Mi piace molto leggere prima di dormire. Dalla lettura che faccio spesso dipende la serenità del mio sonno: libro o capitolo di libro allegro, sogni tranquilli, viceversa incubi. Si, non è solo questione di libri ma qualcosa di sereno prima di dormire può essere un'ottima camomilla per lo spirito.

Dato che in questo periodo sono già agitata di mio (ne è prova il gatto posseduto dell'altra notte), evito come la peste libri impegnati, tristi, complicati ecc...
Dopo aver riletto per la seconda volta i 6 libri della saga di Harry Potter, in attesa del settimo che per l'impazienza ho ordinato in inglese, ieri sera non sapevo cosa prendere dalla nostra libreria.

Per inciso, prima che arrivino commenti che comunque cestinerei: accetto critiche sulla mia passione per la saga della signora Rowling solo da chi i libri li ha letti. Per tutti gli altri: si, sono un'inguaribile bambina, un'infantile, una malata di fantasie, una pazza da rinchiudere, una traviata dalle mode (ma questo già è offensivo) e tutte le cose ovvie e scontate che vi vengono in mente. E se i vostri commenti scivolassero sul volgare, Iddio vi moltiplichi ciò che mi augurate. Chiusa parentesi.

Dicevo quindi che ero in ambasce per la scelta della lettura serale. Quando stavo per andare a coricarmi sconfitta, il mio sempre opportuno marito mi dice: "Leggi Non buttiamoci giù."
Ok. Diego apprezza molto Hornby, ha amato molto più di me About a boy, e mi è parsa un'ottima scelta: leggero ma impegnato tra le righe. Una lettura piacevole e non inutile. Mi piace. Lo prendo e mi infilo nel letto.
Avevo però fatto male i conti con la stanchezza: dopo una sola pagina, peraltro resami incomprensibile dal sonno incombente, ho spento la luce.

Stamane sul treno ho ripreso la lettura, da capo visto che avevo iniziato male, e mi sono accorta che la storia ruota attorno a 3 personaggi conosciutisi in bilico su un tetto nel tentativo di ammazzarsi... tetto... cornicione... buttarsi... come il mio sogno del gatto!
Allora mi sono rivolta a Diego e gli ho detto: "Non avrai pensato che il sogno riflettesse una volontà suicida spero... E' per quello che mi hai dato questo libro?"
Si era preoccupato davvero...

...Comunque il libro è notevole eh?

Condizionati dall'aria

La detesto.

Ricordo con nostalgia le estati afose e appiccicose di sudore, quando mangiare i ghiaccioli aveva senso perché faceva tanto caldo. E quando bevendo un bicchiere d'acqua vedevi evaporarla dai pori che ancora non era scesa nello stomaco.
Bei tempi... Già...
Si stava meglio quando si stava peggio!

Ormai l'aria condizionata condiziona le nostra esistenze. Supermercati, negozi, la si trova perfino nelle case di amici che ti mostrano orgogliosi la loro trappola artica e dicono, con occhi brillanti d'affetto: "Non è bellissimo?"
E in ufficio. Non un ufficio qualunque. Un open space (in inglese suona meglio. Stanzone grosso grosso con tavoli sembra brutto, no?) con scrivanie a castello, una folla che sembra Ostia a Ferragosto e tutti, tutti, tranne te e un'altra compagna al duolo, che soffrono il caldo come fosse Ostia a Ferragosto.

L'aria condizionata è tenuta a temperatura "anta del frigo aperta", mentre i bocchettoni che la soffiano fuori, "che sono a norma eh?" insiste il tecnico, spifferano crudeli dove più fa male: pare che li conoscano tutti i nostri punti deboli, 'sti figli di una gran... meretrice!
L'aria gelida si infiltra sotto i pietosi maglioncini (si può andare in giro con la lana a fine maggio?) colpendo senza pietà le già martoriate ossa della mia cervicale e le sensibili corde vocali della gola di Paola.
Tutto questo perché c'è chi ha caldo... tanto caldo... così tanto che mi immagino vederli liquefarsi fuori dalla porta di casa ad agosto: shhhhh... di loro rimarrebbe solo un'acquetta un po' densa e appiccicosa. Gli ci vorrebbe un ricovero alla Daikin nei mesi estivi.

...Sogno ad occhi aperti il nostro open space svuotato dai calorosi colleghi, tutti sciolti sui marciapiedi di Roma. L'aria condizionata staccata, sradicata dal muro, mandata in corto circuito e i bocchettoni lanciati sotto un TIR in corsa sulla Tuscolana...

Lo so, sono una romantica sognatrice...

martedì 29 maggio 2007

Meteorologia spiccia con catastrofi ambientali

Tempo da lupi oggi, anche se non tutti i mali vengono per nuocere: oggi non devo annaffiare l'orto.

Però, con l'acqua che sta scendendo dalle cataratte del cielo oggi, non solo annaffiamo gli orti ma pucciamo anche gli stinchi nelle pozzanghere o, ma questo potrebbe essere inserito come attività sportiva, giochiamo a "evita la doccia": allegro gioco a squadre, pedoni contro stronzi al volante, che consiste nell'evitare di passare ai bordi delle strade se non si vuole finire sotto le onde anomale delle auto in corsa. Ma questa è un'altra storia.

Quello che stamane mi ha riscosso dalla sonnolenza è stato il discorso di alcuni passeggeri, attempati e non, dell'autobus 85, che commentavano questo tempo pazzo.
Dal tono però non sono riuscita a capire se fossero preoccupati o avessero solo trovato un banale argomento di conversazione, qualcosa del tipo: "da quando hanno messo l'ombrello spaziale, non piove più!" e similaria (citazione da uno spettacolo di Marchesini-Lopez-Solenghi).
Dicevano che queste stagioni non sono più come quelle di una volta, non si distinguono più gli inverni dalle primavere. E la pioggia poi! Mica ha piovuto quando doveva e adesso, signora mia, guardi un po' lei: in barca tocca muoversi! Eh si... l'abbiamo distrutto questo mondo...

...Mi sono chiesta se lo pensassero davvero, se la preoccupazione che si immaginava nell'uso delle loro parole fosse autentica.

Io si, sono preoccupata. Non di quel genere di preoccupazione che ti fa costruire i bunker sotto casa, piuttosto quella che fa fare la raccolta differenziata, diminuire gli sprechi d'acqua, gli scarichi inquinanti, considerare l'idea delle energie alternative come i pannelli solari sul tetto, cercare i prodotti equo-solidali al supermercato, non comprare cosmetici sperimentati sugli animali. Quel genere di preoccupazione che ti fa "muovere il culo" per esprimerla in un unico colorito concetto. E sono più che certa che questo basterebbe se lo facessimo tutti.

Ma siamo più preoccupati o più pigri?

Incubi e gatti

Mi sa tanto che gli incubi che faccio dovrei sfruttarli come soggetti per film o novelle brevi.
E almeno sarebbero utili a qualcosa, invece di avere l'unica funzione di non farmi riposare la notte.

Soggetto principale dell'ultimo mio disturbo notturno: un dolce, innocente micino. Si, certo, prendetemi per il culo. "Ah, che visione orripilante!", "Ma sei riuscita a riaddormentarti o il muso del gattino ha inseguito i tuoi occhi sbarrati nel buio?", "Io sono allergico ai gatti!". Vi ho anticipato.
Comunque non c'è nulla di più orribile di un esserino innocente che si tramuta in mostro, sapete? (E chiuso l'argomento)

Notte (e come te sbaji). Freddo e pioggia (...da copione). L'orlo di un cornicione, il vuoto di almeno tre piani. La sensazione che buttarsi sia la cosa giusta, non la fine ma il cambiamento che ci voleva. Un gattino nero e bianco arriva e si piazza proprio sotto di te.
"Maaao", che tradotto è "Vieni con me". Aspetta, devo pensarci su un minuto... Certo però che sei carino... Quasi quasi...

Il micino vuole convincermi fino in fondo. E quindi, volendo forse parlarmi a tu per tu, all'improvviso levita... E mentre sale su mi fissa con gli occhi luccicanti (che di per sé non sarebbe diabolico, perché succede a tutti i gatti la notte, ma fa cagare in mano se il felino suddetto sta volando) e parla, non fa miao come tutti i ca**o di micini educati e che si rispettino, parla lo stronzo! E mi dice: "Vieni, buttati, staremo insieme". E certo che vengo! Mo' si che m'hai convinto! Ero in dubbio perché avrei potuto sfracellarmi ma, porca miseria, adesso sto tranquilla!
E mentre sale fino all'altezza della mia faccia sento la paura, quella vera, e mi chiedo cosa sia la bestia che ho davanti... e buttarmi resta affascinante anche solo per non vedere il gattaccio rognoso che non miagola, parla....

Mi sono svegliata col vento che ululava fuori, la cui assenza sarebbe stata una mancanza imperdonabile in un momento simile, e ho pensato: il prossimo gattino che vedo lo bastono.

...Per fortuna dei gattini del mondo amo gli animali, vermi compresi.

Forse Poe faceva i miei stessi sogni.