Tempo da lupi oggi, anche se non tutti i mali vengono per nuocere: oggi non devo annaffiare l'orto.
Però, con l'acqua che sta scendendo dalle cataratte del cielo oggi, non solo annaffiamo gli orti ma pucciamo anche gli stinchi nelle pozzanghere o, ma questo potrebbe essere inserito come attività sportiva, giochiamo a "evita la doccia": allegro gioco a squadre, pedoni contro stronzi al volante, che consiste nell'evitare di passare ai bordi delle strade se non si vuole finire sotto le onde anomale delle auto in corsa. Ma questa è un'altra storia.
Quello che stamane mi ha riscosso dalla sonnolenza è stato il discorso di alcuni passeggeri, attempati e non, dell'autobus 85, che commentavano questo tempo pazzo.
Dal tono però non sono riuscita a capire se fossero preoccupati o avessero solo trovato un banale argomento di conversazione, qualcosa del tipo: "da quando hanno messo l'ombrello spaziale, non piove più!" e similaria (citazione da uno spettacolo di Marchesini-Lopez-Solenghi).
Dicevano che queste stagioni non sono più come quelle di una volta, non si distinguono più gli inverni dalle primavere. E la pioggia poi! Mica ha piovuto quando doveva e adesso, signora mia, guardi un po' lei: in barca tocca muoversi! Eh si... l'abbiamo distrutto questo mondo...
...Mi sono chiesta se lo pensassero davvero, se la preoccupazione che si immaginava nell'uso delle loro parole fosse autentica.
Io si, sono preoccupata. Non di quel genere di preoccupazione che ti fa costruire i bunker sotto casa, piuttosto quella che fa fare la raccolta differenziata, diminuire gli sprechi d'acqua, gli scarichi inquinanti, considerare l'idea delle energie alternative come i pannelli solari sul tetto, cercare i prodotti equo-solidali al supermercato, non comprare cosmetici sperimentati sugli animali. Quel genere di preoccupazione che ti fa "muovere il culo" per esprimerla in un unico colorito concetto. E sono più che certa che questo basterebbe se lo facessimo tutti.
Ma siamo più preoccupati o più pigri?
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