giovedì 27 marzo 2008

I capricci della principessa - parte III -

Terza parte del racconto della Principessina capricciosa. Buona lettura :-)

Il gabinetto magico della strega non aveva nulla di diverso da ogni abitazione magica che abbiate visitato.
Si, insomma, eterna penombra di giorno e di notte, alambicchi gorgoglianti liquidi luminescenti e colorati, bagliori multicolori, pile di libri che si raccontano le proprie storie sottovoce, camini che cucinano zuppe, le solite cose.
Certo che la scelta della penombra era forse strategica per la strega Serafina. Definirla brutta è troppo ma certo il suo fascino era retaggio di un ben lontano passato. Nemmeno avesse strani bitorzoli sulla faccia o colorito verdognolo. Questo no. Il fatto è che si trattava ormai di una signora di una certa età, che aveva assistito all'avvicendarsi di varie generazioni di famiglie reali, cosa che gettava un ulteriore mistero su lei: quanti anni aveva? Certo l'accenno di gobba, la chioma canuta scompigliata, la pelle un po' grinzosa e la voce gracchiante tradivano almeno un centinaio di anni. Però era sempre una vecchietta tanto arzilla che non ci si sarebbe aspettati tanta vitalità in gambe tanto sottili.

Stava aspettando Felix sorseggiando un tè presso il camino eternamente acceso grazie alla Fiamma Eterna, come se fossero le 5 del pomeriggio e non notte fonda. Non un'ombra di stanchezza le si indovinava sul viso.

"Non che le tue visite mi infastidiscano caro Felix, tutt'altro." lo accolse la strega parlando con un velo di stizza nella voce. "Ti chiedo solo un minimo di preavviso la prossima volta: Ratty, il topo messaggero, si è quasi slogato una caviglia per precipitarsi ad annunciarti. E a meno che tu non voglia trovarmi in vestaglia, spettacolo che non auguro a nessuno, lasciami il vantaggio di almeno un'ora."
Felix aprì la bocca nel tentativo di replica ma...
"Tuttavia comprendo l'urgenza che ti ha spinto qui" riprese con più dolcezza "e in effetti la questione si era insinuata anche nei miei pensieri".

"Gradisci del tè ai fiori di gelsomino?" chiese gentilmente mentre versava. "Me lo hanno portato oggi gli gnomi. Trovo che la punta di vaniglia e zenzero stimoli le mie facoltà magiche".
Il gorgogliare delle colorate pozioni accarezzò le orecchie del giullare mentre Serafina sorseggiava il suo tè. Di nuovo aprì la bocca per dire la sua e di nuovo...

"Si, so cosa vuoi dirmi. Ho già pensato ad una soluzione. La Principessina è intrattabile e ciò non si addice ad un membro della Casa Reale! Ho pronto un incantesimo che farà al caso nostro".
La vecchia maga si alzò e si diresse alla credenza dove sobbolliva in un alambicco dorato un denso liquido cobalto. "Questo" spiegò Serafina" dovrai versarlo nella cisterna che rifornisce d'acqua il castello. La Principessa non ne beve, vuole che le si porti l'acqua della Fonte Pura ogni giorno. L'incantesimo farà effetto su tutti gli abitanti a Corte. Ovviamente anche su te se non farai attenzione! Prendi."

Felix prese la boccetta in mano dove il liquido si muoveva ancora, come se un fuoco invisibile lo rimestasse. Bagliori blu danzavano sul suo viso, e un brivido gli percorse la schiena. Il profumo invitante lo attirava... Ma a cosa serviva mai?!
"Cielo, che sbadata! Vorrai sapere gli effetti della pozione dell'Intrattabilità." disse al giullare che aveva appena dischiuso le labbra per chiedere. Che seccatura questa megera! Ma che leggeva anche nel pensiero???!!!

"Megera? A me? Gradirei che usassi più tatto verso un'anziana signora. Dove eravamo rimasti? Ah, si. Chi berrà l'acqua dove è diluita la pozione dimenticherà di dover usare cortesia verso la Casa Reale, e risponderà a tono a qualunque vessazione. Per il Re e la Regina non c'è rischio: loro sono la Grazia e la Dignità personificati. Modestamente mi sono fatta carico io stessa della loro educazione. Dunque ora va, tra poche ore la servitù sarà in piedi. Hai poco tempo."

E detto ciò, il Giullare di Corte si ritrovò chissà come nei corridoi delle Regie Stanze.
Un po' interdetto si incamminò verso l'acquedotto, mentre un pensiero lo pizzicava come una pulce fastidiosa: ma se era tanto semplice spostarsi da un posto all'altro, Serafina non poteva usargli la cortesia di fare quel trucchetto anche prima?!

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