venerdì 14 marzo 2008

I capricci della Principessa

Questa storia è dedicata, nonché ispirata, ad una bambina che ha il nome di un personaggio delle favole, il carattere di un folletto prepotente e che ha dichiarato di voler essere una principessa. Piccola Alice, magari non te ne accorgi ma tu vivi già come una regina!


C'era una volta e c'è ancora una bambina tanto bella quanto capricciosa, tanto intelligente quanto furbetta, tanto affettuosa quanto prepotente, tanto... Insomma, una bambina tanto ma tanto di tutto!

Se fosse stata una bimba qualunque, il suo carattere tanto bisbetico quanto adorabile, non sarebbe stato un gran problema: una sculacciata all'occorrenza e un 'niente tv per una settimana' sarebbero bastati ad arginare i capricci.
Ma Alice, questo il suo nome, era la principessa del regno della Città Eterna, e dato che i desideri di una principessa sono ordini, potete immaginare che scompiglio ci fosse alla sua Corte: dal momento in cui si svegliava al mattino a quello in cui si coricava la sera tutti le correvano dietro, dando il loro massimo per non sentirla piangere, urlare e battere i piedi.

Alla sera, quando finalmente la principessina era nel mondo dei sogni, tutta la Corte all'unisono si lasciava andare ad uno stanco 'Ahhhh! Un pò di riposo!' che risuonava in tutte le valli attorno al castello.
La situazione si faceva giorno per giorno sempre più preoccupante perché domestici, giardinieri, cuochi, stallieri e perfino i cavalli delle scuderie reali non reggevano più lo stress. Re e Regina in testa a tutti!

Una sera dopo che la scalmanata bambina era a dormire, i reali genitori affrontarono il problema.
"Mia cara moglie, se nostra figlia continuerà ad essere tanto capricciosa tutto il regno le si rivolterà contro! Sono molto preoccupato"
"Mio caro marito", rispose la Regina "capisco la tua preoccupazione, ma cosa potremmo fare? Alice capirà da sola e a sue spese che condividere è quanto di più bello esista."

Qualcuno aveva però ascoltato la conversazione: di passaggio nel corridoio, il Giullare di Corte, tanto simpatico quanto impiccione, si era fermato dietro la porta socchiusa degli appartamenti reali e non si era perso una parola.
'Poveri sovrani' pensava. 'Devo fare qualcosa per aiutarli e farli sorridere di nuovo. Dopotutto, sono o no il buffone di corte?!'
Si, ma cosa poteva fare? Urgeva una drastica soluzione!
Doveva pensare... Iniziò a misurare a grandi passi il chilometrico corridoio, considerando, misurando, valutando ogni possibilità. Si grattò un po' la testa, passeggiò su e giù, borbottando "Parlarle e sperare che capisca? Più arduo di una scalata... Forse sculacciarla? Non solo non servirebbe ma poi finirei anche in catene..." E proprio nel mezzo dei pro e contro, si fermò di botto mentre un'idea gli si affacciava alla mente. Un sorriso si stampò sulla sua faccia. Sapeva cosa fare. Girò sui tacchi e ridacchiando sotto i baffi se ne andò.

(fine prima parte)

4 commenti:

  1. Ma no ma non puoi lasciarci così!

    E ora come faccio senza sapere come va a finire?? :)


    Gigi

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  2. vogliamo la seconda parteeeeeeeeeeee ;)Anche io bimba capricciosetta ;) un abbraccio

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  3. non farci aspettare troppo per la seconda parte!!!

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  4. Buahahahahaha sono crudele eh?

    Abbiate pazienza, non sono mica una dei fratelli Grimm...

    La soluzione non me l'ha suggerita nessuno... e in effetti la sto perfezionando.

    Ah, un'ultima precisazione: cosa vi fa pensare che ci sarà SOLO una seconda parte?... BUHAHAHAHAHAHAHA! BUHAHAHAHAHAHAHA! BUHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA...

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